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La polimorfia che Alessandro Magno ha progressivamente acquistato nel Medioevo (re perfetto o debosciato, conquistatore di terre sconosciute e favolose, figura Christi o diaboli) nelle corti umanistiche, e in quella ferrarese in particolare, si ricompone pian piano nella fisionomia classica dello speculum principis: il Macedone (che possiede saggezza, moderazione, giustizia e clemenza grazie agli insegnamenti di Aristotele) diviene lo specchio del buon governo e della pietas verso i sudditi, riflettendosi secondo la mitografia estense nel proprio discendente Ercole I d'Este, a cui Ludovico Sandeo non a caso dedica il volgarizzamento di Plutarco "De la fortuna o virtude de Alexandro Magno".